Finanza

I migliori broker/investitori della storia

Chi inizia ad investire nel trading azionario o su un mercato finanziario, spera naturalmente di ripercorrere le orme di alcuni grandi investitori che hanno largamente caratterizzato le cronache con le loro imprese. Quali sono i migliori broker in assoluto? E qual è il migliore sito sui brokers online forex e cfd? Due domande la cui risposta non può assolutamente prescindere da alcuni nomi.

George Soros, il nemico dell’Italia

Il primo nome da ricordare è senz’altro quello di George Soros, il magnate di cui si parla molto anche nel corso della campagna elettorale italiana, in particolare per i suoi discussi rapporti con Emma Bonino, che a sua volta non ha esitato ad esaltarlo.

Soros è infatti noto nel nostro Paese per essere il broker che mise in ginocchio la lira, nel 1992, costringendo la Banca d’Italia a impegnarsi in una strenua difesa della moneta che però risultò del tutto inutile, portando infine il conto da pagare a ben 48 miliardi di dollari.

Una perdita che però non fu sufficiente per evitare un deprezzamento della lira di quasi un terzo del suo valore e l’uscita dallo SME (Sistema Monetario Europeo). A parziale consolazione degli italiani, va ricordato che stessa sorte toccò in quel lasso di tempo alla sterlina, crollata anch’essa sotto i colpi della speculazione guidata da Soros.

Philip Fisher, il re dell’investimento a lungo termine

Altro nome che è impossibile tenere fuori da questa classifica, è quello di Philip Fisher, considerato da molti il padre dell’investimento sui titoli e noto soprattutto per le sue strategie nel lungo periodo, come quella relativa alla Motorola, di cui acquistò le azioni nel 1955, detenendole sino al suo decesso, avvenuto mezzo secolo più tardi.

Nella sua strategia, un posto fondamentale era naturalmente detenuto dal monitoraggio preciso e puntuale delle aziende su cui puntare, delle quali andava in particolare ad osservare alcuni fondamentali, tra i quali:

  • i margini di profitto, che dovevano naturalmente essere alti;
  • gli investimenti in sviluppo e ricerca;
  • la politica di vendita dei prodotti.

Carl Icahn, gli junk bond come strumento di business

Anche Carl Icahn è molto noto alle cronache e spesso non per le sue gesta sui mercati, che pure sono state molto proficue. Il suo nome è stato infatti spesso accostato all’uso dei famigerati junk bond, i titoli spazzatura, su cui ha fatto leva per finanziare i suoi raid finanziari.

Lavorando spesso in una zona d’ombra, ai confini con l’illegalità, Icahn è riuscito alla fine a mettere da parte oltre tredici miliardi di dollari, entrando a vele spiegate nella classifica di Forbes relativa agli uomini più ricchi del pianeta.

L’impresa che lo ha reso celebre risale al 1985, quando riuscì a definire l’acquisizione della TWA, bypassando il parere negativo dell’intero consiglio di amministrazione della compagnia. Da quel momento, le sue mosse sono state seguite con grande interesse da Wall Street, con un sentimento misto di ammirazione e timore.

Warren Buffet

Una classifica come quella relativa ai migliori broker di sempre non sarebbe veritiera ove non contenesse il nome di Warren Buffet, per molti ammiratori l’oracolo di Omaha, la cui Berkshire Hathaway rappresenta una fonte da cui attingere per l’intero universo finanziario.

Per capire meglio la statura di Buffet basterebbe ricordare come l’avvio della sua carriera è stato sancito dal possesso di 100 dollari che, investimento dopo investimento, hanno portato alla formazione di un capitale calcolato oggi in circa venti miliardi di dollari.

A rendere possibile una storia come quella del finanziere statunitense sono alcune doti che non dovrebbero mai mancare nel bagaglio dell’aspirante broker, ovvero la massima disciplina e la capacità di pazientare ove le azioni su cui si è puntato inizialmente non ingranino come desiderato.

La strategia di Buffet è apparentemente semplice, con puntate su aziende che operino in settori importanti per la vita di ogni giorno, le quali abbiano una ottima liquidità e siano in grado di generare alti rendimenti. Da questa strategia sono sempre stati espulsi i titoli tecnologici.

Peter Lynch, una vera sicurezza

Infine Peter Lynch, il gestore di Fidelity Magellan, con il quale è riuscito a collezionare una crescita degli asset gestiti tale da portarne il valore da 20 milioni a circa 14 miliardi di dollari. Una crescita che ha fatto letteralmente impallidire le performance di S&P 500 per ben undici volte negli ultimi tredici anni.

Come fa Lynch a superare con sconcertante regolarità quello che è considerato il miglior indice a livello globale? La ricetta che è solito applicare ai suoi investimenti prevede in particolare:

  1. di non cercare di anticipare i trend economici;
  2. di investire in settori conosciuti.
    Inoltre è meglio perdere tempo nell’analisi delle aziende su cui si intendono dirottare gli investimenti, piuttosto che andare ad impiegarlo in investimenti a lungo termine.

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