Marketing

Pandora Epic Fail: i social esplodono contro un marketing poco efficace

Cara Pandora, ormai il tuo tragico errore è sotto gli occhi accusatori di tutti, in maxi formato, sui muri della metro più trafficata d’Italia, quella di Milano. I social sono esplosi a suon di #PandoraEpicFail, ma è giusto darti il beneficio del dubbio perché tu, a modo tuo, hai provato a difenderti dietro alla sempreverde scusa dell’ironia, ma ormai pochi ci credono. Perché la pubblicità uscita nel periodo meno indicato dell’anno ha fatto ridere poco e indignare tanto, perché una pubblici che necessita di una spiegazione allora è una pubblicità che non funziona. Ma andiamo con ordine, tanto ormai il danno è fatto, ma è davvero irreparabile?

Pandora Epic Fail

Sui social è polemica, dopo la condivisione che ha dato il via a tutto de Lefanfarlo, organizzazione no-profit che si occupa di burlesque, di vita e di donne, quelle vere, che sotto l’albero non si aspettano grembiuli e ferri da stiro. Perché sono state queste semplici cose a far storcere il naso a milioni di donne, e qui il femminismo che tanto spaventa il genere maschile non c’entra nulla, qui siamo di fronte a del marketing fatto male, ricco di misoginia e stereotipi di cui sinceramente avremmo fatto a meno.

Sui social si è parlato di “copywriter da arresto” perché dal punto di vista del mercato uscire con una campagna del genere sotto le feste di Natale si merita il licenziamento di tutte le persone coinvolte. Un brand che vive grazie al mercato femminile non può tirare fuori clichè e stereotipi contro i quali tanto si è lottato e si continua a lottare ancora oggi. Allontanare il pensiero maschilista, sia di donne che di uomini, che le donne si meritano solo di stare in cucina o a casa a rassettare è una visione ancora molto radicata, e non abbiamo bisogno di rincarare la dose.

Un errore di giudizio diventato virale

Dopo la condivisione della pubblicità di Pandora su Facebook dalle Fanfarlo tutto è stato un inevitabile discesa verso l’inevitabile viralità dell’argomento. Su Twitter in particolar modo moltissime donne hanno sentito il bisogno di dire la loro, utilizzando l’hashtag #PandoraEpicFail, come ad esempio:

“Cara Pandora, per farci felici basterebbe una campagna pubblicitaria senza stereotipi sessisti.” @LezPopMag

“Secondo me, la farebbe felice vivere in una società avanzata, ormai libera dal pensiero maschilista e retrograda che la dominava. Ma purtroppo anche per questo Natale se lo dovrà scordare.” @P_a_o_B

“A me, da donna, farebbe felice non dovermi irritare ogni volta che un messaggio pubblicitario è sessista. Mi farebbe piacere se la pubblicità non fosse piena di stereotipi e cliché sui ruoli digenere” @Fire_fly_ 

Anche su Facebook, sotto il post di scuse, gli utenti non si sono rivelati molto indulgenti, alla fine se sei costretto a scusarti pubblicamente per qualcosa vuol dire che l’errore è stato fatto o, come in questo caso, il marketing ha fallito allontanando il target dal brand anziché avvicinarlo.

La difesa di Pandora

Ciao a tutte, abbiamo continuato a leggere i vostri commenti relativi alla campagna di affissione nella metropolitana di Milano e ci teniamo a condividere con voi il nostro punto di vista. La nostra intenzione era quella di strizzare l’occhio ad alcuni stereotipi che tutte noi conosciamo in maniera ironica e giocosa, assolutamente non offensiva, con il desiderio di regalarvi un sorriso. 

In realtà abbiamo visto che estrapolati dal loro contesto alcuni passaggi di questa comunicazione hanno generato interpretazioni opposte al nostro intento, quindi ci scusiamo con tutte coloro che si sono sentite toccate nella loro sensibilità.

L’azienda si difende innalzando i suoi valori, tutto è stato frainteso, tutto era volto solo a far sorridere i passanti perché a tutti è capitato un regalo poco gradito sotto l’albero, cerchiamo di non commettere lo stesso errore quest’anno. Tutto sicuramente molto giusto, ma davvero c’è stata un’analisi attenta del cliente nel momento in cui è stata ideata la pubblicità? Ma prima ancora, a chi è rivolta veramente? Ovviamente agli uomini, che si spremono le meningi per trovare il regalo perfetto per le dolci metà. Le donne, target di riferimento di Pandora, non sono state lontanamente prese in considerazione, ed è normale che la maggior parte si senta offesa vedendosi rientrare casalinghe disperate che a Natale bramano solo il gioiello per star buone tutto l’anno.

L’altra campana che suona poco

Ci sono utenti però che non la vedono così, che credono nelle buone intenzioni di Pandora e che hanno riso di fronte alla pubblicità non vedendoci nulla di sbagliato. Al grido de “bene o male purchè se ne parli” probabilmente non si rendono conto dell’incredibile figuraccia di un brand che, di prassi, sta da parte delle donne. Ricevere notorietà con pubblicità negativa è sempre una lama a doppio taglio, specialmente in questa occasione, perché se l’obiettivo reale di Pandora è questo allora hanno centrato in pieno e tanto di complimenti.

Il secondo errore di Pandora è stato quello di spostare l’attenzione da un loro sbaglio verso il consumatore, nel loro post spostano tutta l’attenzione verso l’utente che non ha capito il messaggio, e quindi peggio per lui. Peccato che nella comunicazione non funziona così, è importante che durante una campagna pubblicitaria il consumatore riceva in maniera immediata il messaggio del brand di turno, se il messaggio non arriva il problema è dellaziende non nostro. Probabilmente Pandora starà sperando che un altro brand sprofondi in un epic fail più profondo e scuro del suo sperando che l’attenzione si sposti in altre direzioni, ma il web non dimentica, mai.

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