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L’indice di risparmio nazionale: la fotografia della capacità di risparmio dei cittadini

L’indice di risparmio nazionale calcola il potenziale risparmio dei cittadini, cioè la quantità di denaro residuata dopo aver sostenuto le spese, tasse incluse. Viene calcolato come valore percentuale della retribuzione dei lavoratori. Nel calcolo dell’indice, però, ed è un dato importante ai fini della valutazione dei valori assunti dall’indice, è compreso anche il risparmio pubblico. Per questo motivo l’indice di risparmio nazionale non fornisce la reale situazione sul risparmio personale degli abitanti di un dato paese.

E’ un indice che tende a fluttuare in quanto la gente regola le proprie spese in base alla situazione economica. Generalmente in periodi di crisi economica l’indice tende a salire, poiché la gente è portata a limitare le proprie spese. In questo caso l’indice non è favorevole allo sviluppo dell’economia. Al contrario quando ci si trova in periodi di boom economico si osserva una contrazione del valore di questo indice, poiché, come è facilmente intuibile, le persone sono più portate a spendere e di conseguenza c’è una maggiore spinta dei mercati.

L’indice può assumere anche valori negativi, in questo caso significa che la gente si sta indebitando, il qual fatto può avere ripercussioni positive sul mercato, ma solo a breve termine. Nel caso in cui i valori negativi perdurino, l’effetto sui mercati sarà negativo.

L’indice di Risparmio Nazionale viene pubblicato trimestralmente e, se associato ad altri indicatori, può fornire valide informazioni sulla fiducia dei consumatori e sui trend economici a cui si assiste.

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