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La birra che diventerà più costosa se dovesse essere abrogato il NAFTA

Nel lussuoso quartiere Zona Rio di Tijuana, c’è il quartiere generale di Cerveceria Insurgente, un’azienda che produce birra. Un moderno edificio a tre piani con tanto di giardino sul tetto dove nasce una delle birre americane più popolari, nota come La Lupolosa. Cerveceria Insurgente è un’azienda nata sette anni fa che si è conquistato passo dopo passo il mercato. Un vero e proprio successo economico, grazie al quale oggi la società  produce oltre 3 mila barili di birra ogni anno.

Un’azienda a conduzione familiare che produce birra

A fondare il birrificio, con l’aiuto del fratello, è stato Ivan Morales, che nella sua giovinezza ha fatto la spola tra Messico e Stati Uniti, come ammette lui stesso: “Sono nato a San Diego, cresciuto a Tijuana, sono andato a scuola a San Diego ogni giorno e sono tornato, quindi mi sono abituato ad attraversare il confine”.

Proprio il confine tra i due Paesi, rappresenta per Morales uno snodo commerciale di fondamentale importanza: “La maggior parte di ciò che usiamo per fare la birra viene dagli Stati Uniti: etichette, bottiglie, malto, luppolo, lievito” sostiene Morales, evidenziando che “c’è sicuramente molto da e con il confine”.

L’importanza del NAFTA

Tutto questo era reso finora possibile grazie al NAFTA (l’accordo di libero scambio nordamericano). “Fa in modo che non importi davvero se lo acquisti in Messico o negli Stati Uniti. Per noi, ha molto più senso acquistarlo dagli Stati Uniti perché finisce per essere molto più economico. Otteniamo ingredienti di migliore qualità perché siamo così vicini; in realtà è molto conveniente”.

Appunto era, perché il presidente a stelle e strisce, Donald Trump, ha più volte manifestato la volontà di voler abrogare questo accordo commerciale. “Non appena Trump, deciso ad andare fino in fondo, ha iniziato a parlare di abrogare il NAFTA, abbiamo iniziato a preoccuparci”, afferma Morales, in ansia per la sua attività. Anche se le possibilità di vedere cambiare concretamente qualcosa sono abbastanza remote. Tuttavia a tenere in apprensione lo stesso Morales, c’è lo stato di impasse sulla rinegoziazione del NAFTA, a causa del quale l’abrogazione “sembra forse un po’ più realistica di quanto si pensasse in precedenza”.

A risentirne sarebbe il prezzo degli ingredienti

Se fosse abrogato il NAFTA, il costo degli ingredienti salirebbe alle stelle, con pesanti ricadute sulla birra prodotta da Insurgente, che diventerebbe più costosa e poco competitiva sul mercato. Il settore in cui Morales ha deciso di investire le sue risorse è oggi più che mai suscettibile alle fluttuazioni dei prezzi delle merci e della valuta.

Ovviamente, secondo Morales: “Non possiamo alzare e abbassare il prezzo ogni settimana in base al dollaro. Eravamo davvero preoccupati di come questo avrebbe avuto un impatto sui nostri prezzi e se la nostra birra sarebbe stata accessibile ai consumatori medi in Messico”.

Morales valuta anche un futuro in Canada

Morales non esclude nessuna ipotesi nel caso le cose dovessero mettersi male, addirittura: “Stavo scherzando con mio fratello che potremmo dover andare direttamente in Canada per i nostri affari. Ci dovranno pur essere dei modi per aggirarlo. Mi sento come se la presidenza Trump fosse stata un sacco di bluff, cercando di fare cose che non è in grado di fare. Penso che molto di ciò che Trump sostiene di voler fare, o sia revocabile o che, si spera, impiegherebbe troppo tempo a realizzarsi o incontrerebbe un’opposizione tale da non avere seguito”. 

L’abrogazione del NAFTA non sarebbe un male per tutti

Non tutte le fiorenti compagnie sarebbero così svantaggiate dall’abrogazione del NAFTA. Infatti, dall’altra parte di Tijuana si trova MIND Hub, un incubatore tecnologico che si basa su uno spazio di coworking. Qui, le startup sviluppano software e tecnologie su commissione di grandi brand statunitensi come Playboy e Coca-Cola.

Secondo Guillermo Mejía, amministratore delegato di MIND Hub: “Se il NAFTA sta effettivamente spingendo a rendere più costosa la manodopera manifatturiera. Ciò andrà a favore del nostro settore. In realtà accelererà il processo per far diventare il Messico più competitivo in altri tipi di servizi”.

L’importanza dell’industria manifatturiera a Tijuana

Una potenziale abrogazione del NAFTA metterebbe a dura prova infatti in primis l’industria manifatturiera del Messico. Solo nella città di Tijuana, più di 200.000 lavoratori sono impiegati in circa 600 impianti di assemblaggio, rinominati maquiladoras. Questi operai si occupano della fabbricazione di qualsiasi cosa: dai pezzi delle automobili ai dispositivi medici. Posti di lavoro che potrebbero essere ricoperti dall’inserimento dei robot, come sta già avvenendo negli Stati Uniti. Ecco, quindi, che imprenditori attenti alle dinamiche dello sviluppo tecnologico, come lo stesso Mejía, stanno cercando soluzioni future meno legate ai processi di produzione.

“Stiamo spingendo per creare più posti di lavoro di alta qualità. L’idea con gli incubatori è quella di trovare quelle opportunità e battere effettivamente le corporazioni statunitensi nel loro stesso gioco”, afferma Mejía.

Aumenta la richiesta di ingegneri

Anche perché gli Stati Uniti hanno un necessario bisogno di ingegneri, e il Messico ogni anno mette a disposizione una quantità notevole di talenti per soddisfare questa richiesta. Nel 2015, il paese ha fatto registrare un record: producendo più laureati in ingegneria, rispetto agli Stati Uniti o al Canada.

Solo la città di “Tijuana ha complessivamente circa 30 college, molti dei quali sono specializzati nei corsi di laurea in ingegneria”, prosegue Mejía. “C’è un enorme pool di talenti.”

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