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Alternative al trapianto di capelli per la salute del cuoio capelluto

Che cos’è la calvizie:

Detta Alopecia Androgenetica, volgarmente conosciuta come Calvizie, è un problema che affligge il 70% degli uomini e il 40% delle donne in una fascia di età over 60.

Negli uomini porta raramente alla calvizie totale, si diffonde a partire dalle tempie fino a tutta la zona centrale, lasciando la così detta ” Corona Ippocratica”, sulla zona laterale del cranio. Nelle donne invece la patologia si diffonde in zone non localizzate e contrariamente all’uomo porta più spesso alla calvizie totale.

Esistono cure oltre il trapianto:

Finalmente arriva la svolta per chi ha cercato invano di risolvere lo scomodo problema della calvizie. La ricerca sulla rigenerazione delle cellule ha scoperto il modo per evitare i vari tipi di trapianti o terapie d’urto, spesso ininfluenti difronte alla problematica, a maggior ragione quando le cause della patologia, genetiche o ambientali che siano, non si conoscono al 100%.Esistono infatti quattro tipologie di cellule che possono favorire la ricrescita dei capelli senza colpo ferire e sono le seguenti:

  • Gli endoteliociti, i quali permettono l’angiogenesi, cioè la rigenerazione di nuovi capillari partendo da quelli già esistenti, ed essenziali all’irroramento.
  • I periciti, che circondando le cellule dei capillari e delle venule permettendo lo sviluppo di nuovi rami venosi.
  • I preadipociti, utili allo sviluppo del capello.
  • Cellule staminali mesenchimali, che servono alla rigenerazione dei tessuti.

Come funziona il metodo delle cellule staminali:

Il lavoro di rigenerazione dei capelli non è altro che un lavoro in team di queste tipologie di cellule, che, prelevate dal paziente, vengono utilizzate nel trattamento insieme al plasma, le citochine utili al sistema immunitario e alla difesa del capello, e alle chemochine che intervengono in caso di infiammazione. Tutto questo aiuta il cuoio capelluto a tornare terreno fertile.

Il fattore che rende questo procedimento unico è la sua immediatezza. Inoltre non è un processo invasivo e permette al paziente di riprendere subito le proprie attività lavorative o sportive già 2 o 3 ore dopo il trattamento, senza ricoveri e degenze, ne tanto meno di avere grosse e brutte cicatrici in testa.

Le cellule vengono selezionate e prelevate dal paziente stesso tramite un apposito macchinario. Dopo di che queste cellule vengono iniettate nuovamente con l’uso di piccoli aghi indolore. Questa tecnica avanzata è applicabile non solo ai pazienti che mostrano principi di calvizie ma anche a pazienti in stato di calvizie localizzata oppure avanzata, anche come preludio ad un trapianto.

Ogni paziente viene trattato in maniera differente, con una formula dedicata a seconda delle cause che possono aver scaturito la patologia. Attenzione però, perché il trapianto non sempre risolve il problema ma molto spesso lo maschera temporaneamente.

Esso infatti ha numerosi svantaggi come:

  • indebolimento della zona donatrice dei bulbi piliferi
  • probabilità di un nuovo diradamento della zona trattata.
  • Presentarsi dell’effetto “shock loss”, il rigetto del cuoio capelluto ai vari innesti dei nuovi bulbi.
  • Causare problemi alla parte sana del cuoio capelluto.

La tecnica della Tricopigmentazione:

Un’alternativa al trapianto in caso di calvizie avanzata è la tecnica della tricopigmentazione del cuoio capelluto, la quale si divide a sua volta in due sotto tecniche:
  • Tricopigmentazione Permanente.
  • Tricopigmentazione Temporanea.

Ma in che cosa consiste la Tricopigmentazione? E’ una tecnica che si basa sulla correzione di alcuni inestetismi corporei tramite una cosmesi decorativa, volgarmente conosciuta come tatuaggio. Essa viene correntemente utilizzata per coprire orrende cicatrici dovute a particolari operazioni, ricostruzione delle sopracciglia, linee espressive del volto, o anche di capezzoli in caso di operazione di mastectomia.

In maniera precisa viene iniettato inchiostro sotto la superficie della cute, tramite il dermografo, uno strumento dotato i piccoli aghi sterili che, con un movimento alternato trasferisce infime quantità di pigmenti al di sotto della pelle. A seconda della tipologia e del trattamento si suddivide in permanente o temporanea. Vediamole nello specifico.

La Tricopigmentazione permanente:

La tricopigmentazione permanente si basa sull’applicazione di pigmenti di inchiostro della grandezza non inferiore ai venticinque micron, dimensione tale da non poter essere attaccati e smaltiti dalla fagocitosi delle cellule dell’organismo. E’ un processo irreversibile che non ha bisogno di ritocchi periodici, qualora si adottino le opportune precauzioni come ad esempio l’esposizione contenuta ai raggi solari.

Potrebbe sbiadire nel corso degli anni, per cui si potrebbe fare una ribattuta una volta ogni qualche anno. Il costo iniziale è piuttosto elevato, di contro abbiamo una bassissima manutenzione. Chiaramente è una tecnica indelebile se non con l’applicazione di un laser dedicato.

La Tricopigmentazione temporanea:

La Tricopigmentazione temporanea si basa sull’applicazione di pigmenti di inchiostro della dimensione non superiore ai quindici micron in modo tale da essere assorbite e successivamente smaltite dalla fagocitosi delle cellule dell’organismo.

E’ un processo reversibile che ovviamente va ribattuto periodicamente. Un grosso vantaggio è quello di garantire una libertà di scelta da parte del paziente che potrebbe decidere di rinunciare dopo più riprese, o comunque adattare la tricopigmentazione ai cambiamenti fisiologici come la nascita dei capelli bianchi.
Infatti basterebbe attendere che l’ultimo trattamento scompaia per fare quello nuovo ed adattarlo ai cambiamenti.

Gli svantaggi sono prettamente economici, poichè è una tecnica che vive sulla manutenzione, e i costi non sono di certo alla portata di tutti. Infatti i mantenimenti oscillano dai 200 agli 800 euro annuali anche per un solo trattamento, a seconda anche della zona da trattare.

Quindi ricapitolando, se avete fatto una tricopigmentazione permanente e i vostri capelli stanno diventando bianchi non vi resta che eliminare la tricopigmentazione tramite il laser dedicato, oppure tingervi i capelli dello stesso colore dei pigmenti. Se avete una tricopigmentazione temporanea non vi resta che aspettare che scompaia naturalmente per rifare quella nuova.

In definitiva quale delle due tecniche è la migliore, la tricopigmentazione permanente o la temporanea? Non si può dare una risposta generica, valida per tutti. Ogni paziente dovrà valutare quale delle due tecniche fa al caso proprio sia dal punto di vista economico che logistico.

Rischi per la salute con la tricopigmentazione :

La tricopigmentazione permanente può tuttavia avere degli effetti collaterali come allergie, o eventuali reazioni alle sostanze convenzionalmente iniettate. Non solo, ma anche l’uso di strumenti non accuratamente sterilizzati possono portare allo sviluppo di malattie gravi come epatite e AIDS.

Diffidate dagli operatori che non sono specializzati nella tecnica, e che non abbiano adottato misure precise atte a prevenire eventuali infezioni. Le tecniche, gli strumenti e la loro disinfezione devono essere conformi alle norme igieniche vigenti. A questi rischi si aggiungono alcune complicanze come l’utilizzo di particolari anestetici per l’eliminazione dell’inchiostro permanente.

Anche le polveri metalliche possono costituire un problema in caso di raggi X, o risonanze magnetiche, invalidando così gli esiti di alcuni esami, oltre che essere esposti ai relativi effetti collaterali.

Attenzione ai pigmenti che vengono iniettati:

Gli inchiostri per PMU, possono generare un rischio di intossicazione della cute, venendo appunto iniettati sotto la superficie della pelle. L’Unione Europea ha dato molta importanza a questo aspetto, poiché determinati pigmenti non rientrano nella categoria cosmetici.

Esiste una lista di pigmenti che non possono essere utilizzati per la tricopigmentazione entro una certa percentuale ammissibile, tra cui rientrano i coloranti azoici, i CMR cancerogeni, e i mutageni.

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